Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'Europa delle capitali

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Argan, Giulio 44 occorrenze

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l'atteggiamento da prendere, determina tuttavia uno stato di responsabilità: di fronte ai fatti l'uomo è libero di agire come vuole, ma avendo coscienza

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condizione ideale (e risolutiva di tutti i rapporti con la natura) la bellezza indizia uno stato di equilibrio o di misura: è la forma entro la quale le

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uno strumento della pratica devota e un “ genere " della figurazione storico-religiosa; è sempre collegata a una speciale pratica di devozione

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pittorica. Il classicismo, come linguaggio e discorso, è dimostrativo, e quindi le figurazioni classiche hanno un principio, uno sviluppo e una conclusione

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tonale; lo spazio è puramente pittorico, ma ha la precisione, la chiarezza di uno spazio geometrico. La coscienza umana ha una struttura propria, in

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non può partire che dalla pittura. È una superficie colorata su cui i colori costruiscono uno spazio certo, misurabile, ma impraticabile: come quello

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, suggerisce due movimenti: uno verso l’esterno, la strada, e uno verso l'interno. Il tipo è fissato dal Maderno in Santa Susanna (16o3): un apparato

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: infatti la sua non è la struttura di uno spazio tettonico, ma di uno spazio puramente visivo. L’interesse per la struttura della visione prevale

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plastica e articolata non può avere un unico asse di veduta: essa infatti è immaginata per uno spettatore che sia dentro l’architettura e vi si muova

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disporre l’anima umana a un’esistenza da vivere in una dimensione, in uno spazio senza limiti terreni. Essendo insieme elocutio e dispositio adempie

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modello con la natura. L’arte, come immaginazione, e il modo naturale dell’agire umano; e tanto più lo è in quanto la scienza, prendendo uno sviluppo

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paesaggio voluto e creato dall'uomo. Lo spazio è fatto dall'architettura; e non è uno spazio finto, ma uno spazio “altro”. Ha altre dimensioni, altre

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Champaigne: certo nulla più che la pittura dei Le Nain, che esalta la nobiltà del povero, sembra anticipare uno dei pensieri- cardine di Pascal: “La

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Nella teoria manieristica il quadro di storia era concepito come ordinamento o composizione di gruppi entro uno schema prospettico predisposto: il

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Anche su questa esperienza empirica si costruisce, ovviamente, uno spazio, una dimensione dell'esistenza; ma non sarà più una struttura data a priori

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potere ci si sottopone più per gli altri che per se stessi. L’ambiente è piuttosto un alone, un'aura, che uno spazio definito: è formato di poche

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pittura. Risolversi dell’uno, dell'io nei tutti, nella società; risolversi dei tutti, della società nella vita o nella responsabilità dell’uno, dell'io

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Non vi sono gerarchie, neppure tra cosa ed immagine della cosa: il cielo non è meno reale e concreto di un albero, di una roccia; non c'è uno spazio

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prodotto di uno scetticismo che di un interesse sociale: né Teniers né Brouwer, neppure Jan Steen, amano la gente che dipingono. Se qualcosa vogliono

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chiaro che si tratta di pretesti, se non di uno schermo ipocrita (ma in questo il Seicento era un secolo di pochi scrupoli) per coprire un interesse

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formano uno schermo sottile, che permette ai frutti un risalto quasi tangibile. Ma, appunto, quella condizione di spazio è così innaturale che le

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svapora e lo specchio torna ad essere uno specchio, il bicchiere un bicchiere, il liuto un liuto. I significati, poi, possono essere molti e diversi; tanto

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dello spazio, ma rappresenta una componente d'esperienza essenziale nell’intuizione globale dello spazio dell’epoca. È uno spazio che non discende

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da un Claesz, un Metsu da un Kalf, da un Heda, da uno Snyders, da un Huysum. È chiaro che, nel processo che volge la cosa in rappresentazione

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costruisce con esse. Rifiutare di partire, dallo spazio universale per arrivare alla cosa particolare e, invece," partire dalla cosa per cercare uno

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ma dotato di una vivezza, di una forza d’appello mai prima avute. Essi non sono più i segni diversi di uno stesso ordine, ma un insieme estremamente

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uno con la sua pittura, la scienza e la pittura di Leonardo seguivano strade parallele ma distinte, tra la scienza di Galileo e l'arte non v'è più alcun

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, è vista in una prospettiva anticlassica; non è più un principio formale universale, ma uno sterminato repertorio d’immagini variamente significanti e

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Nel programma politico-sociale della Chiesa, poi, l’arte fornisce uno strumento essenziale per quel nuovo modo di vita religiosa che Francesco di

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determinato e immediato. Tutta o quasi tutta l’arte del Seicento, su piani e con direzioni diverse, e animata da uno spirito di propaganda, almeno nel

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immagini: infatti gli si chiede d’intervenire in tutti i fatti che implicano uno spiegamento d'immagini (spettacoli, apparati per feste e per funerali

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ragionevole pensare che l’arte detta aulica, più ancora che uno strumento dell’autorità, sia la rappresentazione dell’autorità secondo la concezione della

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arricchita di accenti, di sfumature, di allusioni. La stessa bellezza diventa espressione di uno stato d’animo o di una condizione morale, che si

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deliberativo, il futuro poiché dell’avvenire conviene che deliberi chi conforta o disconforta. Al giudiziale, il passato, poiché sempre delle cose andate l’uno

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diventare un sistema di Stati nazionali, il potere spirituale e super-nazionale della Chiesa esige il sostegno di uno Stato temporale. Di questo

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. Ora le facciate non sono più il piano frontale di un volume chiuso (il palazzo), ma le superfici-limite di uno spazio vuoto ed aperto: anche in

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Il grande esemplare della città come espressione della “ideologia del potere” e Parigi, capitale della più forte monarchia europea e centro di uno

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È da notare che quest’ultima soluzione, decisa in piena Controriforma, fa della basilica lo strumento di un culto di massa, che ha uno scopo

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per i fedeli diventano arredi monumentali. Gli altari si ricollegano al tipo della porta: sono inquadrati in ordini di colonne, sormontati da uno o più

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generalizzate situate in uno spazio universale e in un tempo indeterminato. Inoltre si ammette che il processo di allegorizzamento è un processo tipico

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proiettare la propria intenzionalità d’agire in uno spazio e in un tempo più estesi che lo spazio e il tempo del presente e del contingente, la “maniera

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Null'altro che questa illimitata estensione della rappresentazione in uno spazio vicino e lontano e in un tempo che è passato, presente e futuro è il

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, il mitico cocchio e, mostrando che uno dei pilastri è spezzato, il pittore spiega perché la volta è caduta: dunque per ottenere la coerenza psicologica

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pratiche, alla messa a fuoco estremamente precisa e circoscritta di certi elementi, come la facciata di una chiesa o uno spigolo che fa da cerniera tra due

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